Introduzione alla fisiologia vegetale

La fisiologia vegetale ha per oggetto lo studio delle funzioni dei vegetali a livello macroscopico e microscopico; intendendo per funzione “l'insieme di tutti gli atti coordinati volti al raggiungimento di un risultato ben definito e di un effetto utile” (F.Ghiretti, 1977). Vengono classificati come vegetali tutti gli organismi foto-chemio-autotrofi.

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Introduzione alla fisiologia vegetale
Tipo di risorsa Tipo: lezione
Materia di appartenenza Materia: Fisiologia vegetale

Storia modifica

Comprendere il “meccanismo” di funzionamento dei vegetali è stato uno degli impegni più ardui della conoscenza scientifica. Infatti la prova, che impone l'esperienza comune degli agricoltori e dei giardinieri, che le piante crescono più vigorosamente sui terreni più ricchi di humus, ha suffragato, per millenni, il convincimento che le piante traessero dal suolo i materiali per costituire i propri organi. Nel 1731 Jethro Tull, il geniale agronomo inglese, sostiene che le radichette delle piante operano nel terreno come i villi intestinali degli animali agiscono nell'intestino animale [1].

Getta tutta la scienza europea nel disorientamento l'esperimento di Jean Baptiste van Helmont che ripete, con maggiore rigore sperimentale, Robert Boyle, che dimostra che facendo crescere in un vaso una pianta i cui organi raggiungano, essiccati, un peso cospicuo, il peso della terra del vaso non diminuisce in modo apprezzabile. Analizza le implicazioni dell'esperimento Henri Duhamel du Monceau, uno dei maggiori naturalisti della stagione dell'enciclopedismo francese, che nella Phisique des arbres raccoglie tutte le spiegazioni tentate dai naturalisti coevi dimostrandone l'incapacità a spiegare il fenomeno [2].

Dobbiamo notare che l'Italia è praticamente assente agli studi che precedono la grande scoperta. L'unico segno di presenza sul terreno della grande indagine è quello di un abate di Teramo quasi sconosciuto, Berardo Quartapelle, che, avendo accompagnato il figlio di un patrizio abruzzese a Pavia, il maggiore centro di studi naturalistici italiani, pubblica, nel 1801, I principi della vegetazione, il risultato delle letture realizzate nell'università patavina, proponendo il quadro più preciso delle conoscenze, ancora disarticolate, alla vigilia della scoperta di De Saussure,[3].

Nel 1804 Théodore de Saussure pubblica le Réchérches chimiques sur la vegetation, l'opera che propone la spiegazione organica del processo della fotosintesi, il meccanismo secondo il quale nelle foglie si unisce anidride carbonica e acqua per comporre idrati di carbonio. La scoperta è opera di prodigiosa abilità sperimentale, che consente al naturalista ginevrino di operare con esattezza perfetta su quantità dell'ordine di milligrammi. Opera geniale, ma pubblicata da un piccolo editore, il maggiore contributo alle conoscenze sui meccanismi della vita sulla terra non sarà compreso che con grande ritardo. Liebig tradurrà la scoperta del grande ginevrino in scoperta agronomica con quarant'anni di ritardo.[4]. La scoperta è tanto sconvolgente, nei confronti dei convincimenti comuni, suffragati dall'antica scienza peripatetica, che la scienza di retrogradia professerà che le piante si nutrano di carbonio tratto dal suolo fino al terzo quarto dell'Ottocento. Costituiscono esempi emblematici dell'incapacità di comprendere la scoperta di De Saussure, e la sua traduzione agronomica da parte di Liebig, due scienziati italiani, Carlo Berti Pichat e Giuseppe Ottavi, che possono essere considerati gli ultimi “umisti” della retroguardia della scienza europea [5].

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Struttura e funzioni macroscopiche di una pianta modifica

In generale una pianta o vegetale è un organismo vivente autotrofo composto da un apparato radicale (radici), un fusto e un apparato fogliare. L'apparato radicale ha il compito di ancorare la pianta al terreno e assorbire da questo le sostanze nutritive (minerali e acqua) necessari per i processi vitali della pianta stessa. Il fusto ha il compito di sostenere l'apparato fogliare, permettere lo sviluppo in verticale e di trasportare la linfa. L'apparato fogliare ha invece il compito di captare la luce solare necessaria per la fotosintesi.

Voci correlate modifica

Note modifica

  1. Antonio Saltini, Storia delle scienze agrarie, vol. II I secoli della rivoluzione agraria, 1987, pagg. 61-84
  2. Antonio Saltini, Storia delle scienze agrarie, vol. II, I secoli della rivoluzione agraria, 1987, pagg. 157-172
  3. Antonio Saltini, Storia delle scienze agrarie, vol. II, I secoli della rivoluzione agraria,1987, pagg. 425-430.
  4. Antonio Saltini, Storia delle scienze agrarie, vol II, I secoli della rivoluzione agraria, 1987, pagg. 485-512, vol. III, L'età della macchina a vapore e dei concimi industriali, 1989, pagg. 1-22
  5. Antonio Saltini, Storia delle scienze agrarie, vol. IV, 1989, L'agricoltura al tornante della scoperta dei microbi, pagg. 99-119 e 171-190

Bibliografia modifica

  • Lincoln Taiz, Eduardo Zeiger; Plant Physiology Third Edition. Sinauer Associates, Inc. Publishers (4a edizione su internet)
  • Frank B. Salisbury, Cleon W. Ross; Plant physiology, Wadsworth, 1992. ISBN 0-534-15162-0 undergraduate textbook in plant physiology
  • Lambers, H.; Plant physiological ecology, Springer-Verlag, New York 1998. ISBN 0-387-98326-0
  • Larcher, W. (2001); Physiological plant ecology 4th ed., Springer ISBN 3-540-43516-6
  • Duane Isely, "Julius von Sachs" in One Hundred and One Botanists, Iowa State University Press, Ames, pp 216–219, ISBN 0-8138-2498-2
  • Antonio Saltini; Storia delle scienze agrarie, 4 voll., Bologna, 1984-89
  • Lincoln Taiz, Eduardo Zeiger Fisiologia Vegetale, Piccin, Padova, 2009, ISBN 978-88-299-1974-1