Introduzione all'Antropologia Culturale

Antropologia del Patrimonio Culturale è lo studio del rapporto tra patrimonio culturale e uomo. Il patrimonio è suddiviso in due macrosezioni: beni materiali e beni immateriali. Il patrimonio culturale è formato da quei elementi che distinguono e identificano un popolo. La disciplina è una branca dell'antropologia culturale ma studia le manifestazioni concrete di un popolo. L'oggetto della disciplina sono le feste, i dipinti, i cibi, le tradizioni, le sculture ecc.

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Introduzione all'Antropologia Culturale
Tipo di risorsa Tipo: lezione
Materia di appartenenza Materia: Antropologia del patrimonio culturale

Breve storia dell'Antropologia Culturale

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Per capire cosa sia il patrimonio culturale bisogna guardare la storia dell'Antropologia Culturale e tentare di definire la parola Cultura.

Sul piano istituzionale, l'antropologia culturale si costituisce negli ultimi decenni dell'ottocento, prima all'interno della Scuola Evoluzionista Britannica, poi negli altri paesi europei e negli Stati uniti. Questo periodo è caratterizzato dalla corrente filosofica del positivismo, della grande fiducia nella scienza, lo sviluppo capitalistico e il trionfo del colonialismo. La borghesia domina lo scenario europeo e si considera la punte di diamante di una civilizzazione proiettata verso il futuro, separato dal resto del mondo dal irreversibile spartiacque della modernizzazione.

Il primo a definire la cultura è Edward Burnett Tylor:

«La cultura, o civiltà, intesa nel suo ampio senso etnografico, è quell’insieme complesso che include la conoscenza, le credenze, l’arte, la morale, il diritto, il costume e qualsiasi altra capacità e abitudine acquisita dall’uomo come membro di una società.»

Pubblicato per la prima volta in Primitive Culture nel 1871. Tylor concepisce la cultura come un insieme di elementi che hanno il valore di essere trasmessi in generazioni in generazioni. Il titolo del libro di Taylor definisce il campo di questa nuova disciplina: al concetto di cultura si aggiunge l’aggettivo “primitiva”.

Importante caposaldo dell'antropologia culturale è Lewis Henry Morgan che studia i legami di parentela, l'incesto e le caratteristiche di ogni esistenza umana. Nel libro Ancient Society individua tre principali stadi dell'umanità: selvaggi, barbari e civiltà. Ognuno è segnato da invenzioni tecnologiche che si evolvono col passare del tempo o che viene trasmesso fino a diventare la quotidianità.

Stadi dell'Umanità
Fase umana Caratteristiche
Selvaggi Invenzioni tecnologiche, uso del fuoco, arco e ceramica.
Barbari domesticazione degli animali, agricoltura e lavoro del metallo.
Civiltà: Alfabeto e scrittura.

Il Patrimonio Culturale

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Il termine Patrimonio significa

«complesso dei beni, mobili o immobili, che una persona (fisica o giuridica) possiede. Avente il valore di essere trasmesso.[1]»

L'UNESCO nasce nel 1945 con lo scopo di tutelare il patrimonio culturale. Nel 1972 esce La Convenzione sulla Protezione del Patrimonio Mondiale culturale e naturale in cui delinea cosa è un patrimonio culturale:

«I monumenti: opere architettoniche, plastiche o pittoriche monumentali, elementi o strutture di carattere archeologico, iscrizioni, grotte e gruppi di elementi di valore universale eccezionale dal punto di vista storico, artistico o scientifico.
Gli agglomerati: gruppi di costruzioni isolate o riunite che, per la loro architettura, unità o integrazione nel paesaggio hanno valore universale eccezionale dall’aspetto storico, artistico o scientifico.
I siti: opere dell’uomo o opere coniugate dell’uomo e della natura, come anche le zone, compresi i siti archeologici, di valore universale eccezionale dall’aspetto storico ed estetico, etnologico o antropologico.»

Nel 2003 l'UNESCO definisce il patrimonio immateriale culturale: {{Citazione| Il patrimonio culturale immateriale si intendono le prassi, rappresentazioni, espressioni, le conoscenze, il know-how - come pure gli strumenti, artefatti, oggetti, e spazi culturali associati agli stessi - che le comunità, i gruppi e, in alcuni casi anche i singoli individui, riconoscono in quanto parte del loro patrimonio culturale. Questo patrimonio immateriale, trasmesso di generazione in generazione, è costantemente ricreato dalle comunità e dai gruppi in risposta al loro ambiente, alla loro interazione con la natura e alla loro storia e dà a loro un senso di identità e continuità, promuovendo in tal modo il rispetto per la diversità culturale e la creatività umana.

In Italia

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Il Ministero dei Beni Culturali (Mibact) ha un organo che si occupa di beni demoetnoantropologici ossia tutti gli oggetti materiali e immateriali che includono festività, cibi, tradizioni.

Esiste al rivista chiamata SIMBDEA che si occupa di Museografia e Beni DemoEtnoAntropologici.

Oggetti e campi di studio

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A fine dell'Ottocento si studiavano le cosiddette popolazioni Primitive ma col passare del tempo il campo si è allargato e non si studiano più solamente quelle popolazioni poco civilizzate ma tutte quelle poco globalizzate, attaccate ai valori del passato o che hanno una cultura subalterna rispetto a quella principale. Come:

  • Cultura Orientale
  • Cultura Africana
  • Cultura Oceanica
  • Cultura SudAmericana
  • Cultura NordAmericana, ossia i nativi americana
  • Cultura della Sardegna e dell'Italia Meridionale
  • Cultura Contadina

Guardando la storia e studiando i principali antropologi contemporanei emerge un elenco di oggetti di studio:

  • Feste e tradizioni
  • Oggetti artistici
  • Lingue
  • Museologia etnografica come "luogo contenitore" per le collezioni etnografiche
  • ecomusei
  • Elementi presenti nelle liste dell'Unesco
  • Folklore

Riferimenti

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  1. (IT) patrimonio nell'Enciclopedia Treccani, su www.treccani.it. URL consultato il 16 marzo 2023.