Immanuel Kant (superiori)

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Immanuel Kant (superiori)
Tipo di risorsa Tipo: lezione
Materia di appartenenza Materia: Filosofia per le superiori 2
Avanzamento Avanzamento: lezione completa al 25%

I giudizi sintetici a priori

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Nella Critica della ragion pura Kant identifica due categorie fondamentali di giudizi: i giudizi analitici e i giudizi sintetici. La differenza tra le due tipologie sta nel fatto che in un giudizio analitico il predicato non accresce la nostra conoscenza circa il soggetto, limitandosi a esplicitarne la definizione (esempio: "i corpi sono estesi"); in un giudizio sintetico, invece, il predicato, "posto interamente fuori del concetto", aggiunge qualcosa di nuovo al soggetto.

Analisi kantiana dei giudizi

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Il problema che il filosofo si pone nella trattazione delle tipologie di giudizi è quello di individuare i giudizi che possano fare da fondamento alla scienza e assicurarne il progresso. L'analisi si focalizza dunque su due tipi di enunciati:

  • I giudizi analitici a priori

Essendo enunciati a priori, tali giudizi prescindono dall'esperienza. Pur essendo universali e necessari sono infecondi (non producono nuova conoscenza). Su di essi si basa la concezione razionalistica della scienza, il cui iniziatore è Cartesi.

  • I giudizi sintetici a posteriori

Essendo, appunto, enunciati a posteriori, tali giudizi sono basati sull'esperienza. Pur essendo fecondi (producono nuova conoscenza), non sono universali né necessari. Su di essi è fondata l' interpretazione empiristica della scienza, inaugurata da Locke. Entrambe le tipologie mal si adattano alla concezione kantiana della scienza. Il filosofo ne teorizza allora una terza: i giudizi sintetici a priori.

I giudizi sintetici a priori: l'ossatura della scienza

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Questo tipo di giudizi risponde perfettamente alla concezione kantiana della scienza come disciplina che, pur derivando parzialmente dall'esperienza e nutrendosene costantemente, è basata su principi assoluti (verità universali e necessarie) che valgono ovunque e sempre allo stesso modo. Questi principi immutabili, i "pilastri" su cui si regge la scienza tutta, sono riscontrabili in proposizioni quali " tutto ciò che accade ha una causa" (Critica della ragion pura, B 13) o "Tutti i fenomeni in generale [...] cadono nel tempo e stanno necessariamente fra di loro in rapporti di tempo" (Critica della ragion pura, B 51). Tali proposizioni costituiscono dei giudizi sintetici a priori: sebbene riscontrabili nell'esperienza delle cose, non sono pienamente dimostrabili in modo empirico, e devono quindi essere stabiliti a priori. Sono dunque universali e necessari, oltre che fecondi (il predicato dice qualcosa di nuovo circa il soggetto).

Il superamento dello scetticismo radicale

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I giudizi sintetici a priori costituiscono il superamento dello scetticismo radicale di Hume. Stabilendo che il principio di causalità (fondamento della conoscenza umana), lungi dall'essere una verità oggettiva, è il risultato di una consuetudine soggettiva e che le proposizioni della fisica -e della conoscenza in generale-, a differenza di quelle della matematica, riguardando oggetti reali ed essendo basate sulla causalità, non sono universali né necessarie, ma soltanto probabili, il filosofo scozzese si era trovato a dover ammettere che una conoscenza certa non accresce il sapere, laddove una conoscenza non certa può invece accrescerlo. Mediante i giudizi sintetici a priori, invece, Kant mostra che la conoscenza può essere certa (universale e necessaria) e nel contempo accrescere il sapere (feconda). Secondo Kant, Hume sarebbe caduto in errore per non aver colto la differenza tra i giudizi sintetici (espressione del collegamento di due fatti concomitanti) e il principio di causalità. Il principio di causalità, infatti, è esso stesso un giudizio sintetico a priori.

Legittimazione dei giudizi sintetici a priori

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Ammettere che i giudizi sintetici a priori costituiscono la struttura fondamentale della scienza induce a domandarsi da dove tali giudizi provengano, dato che non è più l'esperienza la fonte diretta. Kant ovvia al problema elaborando una nuova teoria della conoscenza che sintetizzi materia e forma, un elemento a posteriori e un elemento a priori:

  • La materia della conoscenza, cioè l'elemento empirico a posteriori, consiste nella moltitudine di impressioni sensibili fornite dall'esperienza.
  • La forma della conoscenza, cioè l'elemento razionale a priori, consiste nell'insieme di modalità fisse attraverso le quali la mente umana "filtra", ordina e organizza tali impressioni.

Secondo Kant, la mente entra a contatto con le impressioni sensibili attraverso forme innate, comuni a tutti gli uomini e dunque a priori e universalmente valide.