Il Codice Pisanelli

Carlo Ghisalberti sottolinea alcune peculiarità del codice civile del 1865 rispetto al codice napoleonico, attribuendo loro un'originalità riferita al contenuto delle singole norme, ovvero dei singoli istituti, ma non all'impianto logico-sistematico.

lezione
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Il Codice Pisanelli
Tipo di risorsa Tipo: lezione
Materia di appartenenza Materia: Diritto medievale e moderno
Avanzamento Avanzamento: lezione completa al 100%

Il codice del 1865 rimane un codice della proprietà che ricalca la struttura e la matrice ideologica espressa dal codice francese. L'art. 436 del codice italiano recepisce infatti, sul piano letterale, la definizione del diritto di proprietà contenuta nel codice napoleonico e già adottata nel codice civile piemontese (art. 436 c.c. del 1865: "La proprietà è il diritto di godere e disporre delle cose nella maniera più assoluta, purché non se ne faccia un uso vietato dalle leggi o dai regolamenti").

L'applicazione del codice napoleonico in Italia si ebbe in seguito all'annessione dei territori italiani alla Francia, e negli anni dell'occupazione francese il Codice napoleonico divenne perciò il codice del Regno d'Italia. A Genova e a Lucca rimase in vigore anche dopo la restaurazione, senza alcuna modificazione. Il codice francese costituiva la base di molti codici preunitari: il codice degli Stati di Parma, Piacenza e Guastalla del 1820, del codice piemontese del 1838 (codice Albertino), del codice del Regno delle Due Sicilie del 1819. Soltanto nel Lombardo-Veneto vi fu un abbandono definitivo del modello napoleonico, visto che nel 1816 entrò in vigore la traduzione italiana del codice austriaco.