I sostantivi latini (superiori)
La prima declinazione
modificaDelle cinque declinazioni latine, la prima declinazione comprende solo alcuni nomi maschili e soprattutto femminili con vocale tematica a, che hanno l'uscita al nominativo singolare in -a e al genitivo singolare in -ae. È consigliabile imparare anche le quantità delle vocali delle uscite, perché, essendo fisse, faciliteranno poi l'analisi della metrica.
Le uscite sono le seguenti:
Caso | Singolare | Plurale |
---|---|---|
Nominativo | -ă | -ae |
Genitivo | -ae | -ārŭm |
Dativo | -ae | -īs |
Accusativo | -ăm | -ās |
Vocativo | -ă | -ae |
Ablativo | -ā | -īs |
Casi | Singolare | Plurale |
---|---|---|
Nominativo | rosă | rosae |
Genitivo | rosae | rosārŭm |
Dativo | rosae | rosīs |
Accusativo | rosăm | rosās |
Vocativo | rosă | rosae |
Ablativo | rosā | rosīs |
La seconda declinazione
modificaLa seconda declinazione della lingua latina comprende sostantivi per lo più maschili e neutri caratterizzati dalla vocale tematica ŏ e dall'uscita in -i del genitivo singolare.
La seconda declinazione può essere riassunta in tre gruppi fondamentali, a seconda della terminazione del nominativo singolare: sostantivi maschili e femminili in -us, sostantivi maschili in -er o -ir e sostantivi neutri in -um.
Nomi maschili e femminili in -us
modificaComprende sostantivi di genere maschile o femminile (vedi sotto per un elenco). I nomi in -us della seconda declinazione sono gli unici, salvo rare eccezioni, ad avere il vocativo singolare diverso dal nominativo (desinenza -e invece di -us).
Qui è mostrata la flessione del sostantivo amīcus, -ī ("l'amico").
Caso | Singolare | Plurale |
---|---|---|
Nominativo | amīcŭs | amīcī |
Genitivo | amīcī | amīcōrŭm |
Dativo | amīcō | amīcīs |
Accusativo | amīcŭm | amīcōs |
Vocativo | amīcĕ | amīcī |
Ablativo | amīcō | amīcīs |
I sostantivi femminili più comuni sono:
- alcuni nomi di piante come pōpŭlus, -ī («il pioppo», da non confondere con pŏpŭlus, -ī «il popolo»), cĕrăsus, -ī («il ciliegio»), malus, -ī («il melo»);
- nomi di regioni, città o isole, come Aegyptus, -ī («Egitto»), Corinthus, -ī («Corinto»), Cyprus, -ī («Cipro»), Dēlus, -ī («Delo»);
- alcuni nomi derivati dal greco: methodus, -ī («il metodo»), periodus, -ī («il periodo»), atomus, -ī («l'atomo»);
- nomi comuni come alvus, -ī («il ventre»), humus, -ī («terra»), considerati femminili per la capacità di generare.
Nomi maschili in -er e -ir
modificaComprende sostantivi maschili terminanti in -ĕr, forma derivata dall'evoluzione della terminazione -ĕrus in -ers ed infine -er. In questo gruppo rientrano anche i sostantivi in -ĭr, ovvero vir, virī, i suoi derivati e levir, levirī («il cognato»). Il vocativo dei sostantivi del gruppo è uguale al nominativo.
I sostantivi di questo gruppo possono essere apofonici, cioè perdere la e della terminazione in -er e avere così il genitivo singolare in -rī (ad esempio magister, -trī), oppure non apofonici, cioè conservare la e (come in puer, -erī). I sostantivi in -ir conservano sempre la i.
È qui riportata la flessione del sostantivo magister, -trī («il maestro»), tema che perde la e al genitivo e negli altri casi singolari e plurali, vocativo escluso.
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Il sostantivo puer, -erī, di cui qui è riportata la flessione, conserva la e, analogamente a buona parte dei sostantivi del gruppo.
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Nomi neutri in -um
modificaComprende nomi di genere neutro caratterizzati dalla terminazione in -ŭm del nominativo singolare, analoga agli altri casi retti del singolare, e dalla terminazione in -ă dei casi retti del plurale, caratteristica comune a tutti i nomi e aggettivi neutri, indipendentemente dalla declinazione di appartenenza.
Di seguito è mostrata la flessione del sostantivo bellum, -ī ("la guerra").
Caso | Singolare | Plurale |
---|---|---|
Nominativo | bellŭm | bellă |
Genitivo | bellī | bellōrŭm |
Dativo | bellō | bellīs |
Accusativo | bellŭm | bellă |
Vocativo | bellŭm | bellă |
Ablativo | bellō | bellīs |
Sono inoltre neutri tre nomi che però hanno la terminazione in -us:
- pelăgus, -ī «il mare»
- vīrus, -ī «il veleno»
- vulgus, -ī «il popolo».
Da tenere presente che questi tre nomi sono singularia tantum (cioè si declinano solo al singolare); al plurale vengono usati dei sinonimi (mare, populus...). Vīrus infine viene sostituito con il sinonimo venēnum, -ī nei casi obliqui (genitivo, dativo e ablativo).
La terza declinazione
modificaLa terza declinazione latina è quella che contiene il maggior numero di sostantivi, di genere maschile, femminile, o neutro. Sono declinati seguendo questo modello gli aggettivi della seconda classe. Questa declinazione contiene nomi sia dal tema consonantico (gli unici della lingua latina), sia dotati della vocale tematica -i-, ma accomunati tra loro dalla desinenza -is del genitivo singolare.
Le desinenze
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La quarta declinazione
modificaLa quarta declinazione include i nomi maschili, femminili e neutri con vocale tematica ŭ, che al genitivo singolare terminano in -ūs. I nomi maschili e i femminili al nominativo singolare hanno l'uscita in -ŭs, e hanno il paradigma uguale, mentre i neutri hanno un loro paradigma, che prevede l'uscita in -ū per tutto il singolare eccetto il genitivo.
Declinazione
modificaI sostantivi maschili e femminili si declinano come frūctus, -ūs, "il frutto"; i neutri come cornu, -ūs, "il corno".
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La quinta declinazione
modificaLa quinta declinazione latina contiene pochissimi nomi con il tema in ē. La sua origine non è chiara.[1] I nomi di quinta declinazione sono tutti femminili tranne il maschile diēs ("giorno", ma solo in alcuni significati) e il suo composto meridiēs ("mezzogiorno"). Non sono presenti nomi neutri.
Declinazione dei sostantivi
modificaSostantivi esemplari di quinta declinazione possono essere rēs, rĕī, f., "la cosa" e diēs, diēī, m., "il giorno", che sono gli unici due sostantivi della quinta declinazione di cui sono attestate tutte le forme dei vari casi.
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Nella terminazione "-eī" del genitivo e dativo singolare la "e" è breve quando preceduta da consonante (es. fidēs, fidĕī), lunga quando preceduta da vocale (es. diēs, diēī). Perciò occorre porre attenzione nella flessione dei sostantivi trisillabici.
Note
modifica- ↑ "Si discute tuttora se si tratti di un fossile indoeuropeo o di una innovazione latina abortita" (Traina, p.156), tuttavia "l'antichità di essa è riconosciuta e accettata da molti" (Cupaiuolo, p.158)