I registri (organo)

Gli organi hanno la capacità di imitare i suoni di molti strumenti musicali, tramite canne di diversa forma e materiale. Alla consolle si possono trovare pistoni, placchette o manette che attivano le file di canne ad essi associate. Sono molti i tipi di registri, così sono detti le imitazioni organistiche degli altri strumenti, che si possono trovare su un organo, ed essi sono molto diversi a partire dal luogo e dal tempo in cui l'organo è stato costruito. Per esempio, gli organi tedeschi barocchi hanno registri diversi da quelli italiani ottocenteschi.

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I registri (organo)
Tipo di risorsa Tipo: lezione
Materia di appartenenza Materia: Organo
Avanzamento Avanzamento: lezione completa al 75%

La misurazione dei registri

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Quando si indica un registro, si trovano solitamente indicazioni quali 8', 4', 16'... Cosa significano?

Innanzitutto l'apostrofo indica la misura dei piedi (1 piede = 30,48 cm). Questa misura va applicata alla canna più bassa del registro. Una canna da 8' suona all'altezza reale delle note. Pitagora fece un esperimento: prese due martelli, uno con la massa metà dell'altra, e li batté contro un incudine, vide che il suono prodotto dal martello più leggero era un'ottava più alto rispetto all'altro. Questo vale sia per due martelli, che per due corde che per due canne. Se il La del diapason è di 440 Hz, quello un'ottava sopra suona a 880 Hz. Pertanto una canna che dovrà suonare un'ottava sopra la nota reale sarà lunga la metà di 8', cioè 4'. Così vi saranno registri da 64', 32', 16', 8', 4', 2', 1', 1/2'...

I tipi di registri

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Secondo una consuetudine propagata da Cesare Balbiani, noto organaro italiano, i registri dell’organo si possono distinguere in due grandi gruppi:

  • registri ad anima;
  • registri ad ancia.

Questa suddivisione sarebbe però oltremodo limitata, perché si basa solo sulla modalità di produzione del suono. Si hanno quindi ulteriori ramificazioni delle due famiglie, a seconda del timbro, della forma e dell’altezza delle canne. Queste sono, per le canne ad anima:

  • registri di tipo “Principale”;
  • registri di tipo “Flauto” e “Bordone”;
  • registri di tipo “violeggiante”;
  • registri di tipo “oscillante”;
  • registri di tipo “mutazione semplice”;
  • registri di tipo “mutazione composta”;

Per le canne ad ancia si suddividono normalmente:

  • registri ad ancia battente;
  • registri ad ancia libera.

I registri di tipo Principale

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Si tratta del gruppo più importante dei registri, in quanto produce il timbro di base per l’organo. I suoi rappresentanti sono generalmente costruiti con canne metalliche cilindriche di diametro medio e producono un timbro definibile in modo sommario come chiaro e morbido. Il rappresentante più noto è il Principale, che si può trovare di 16, 8 o anche 4 piedi. Gli strumenti che non possiedono il Principale di 8 piedi vengono detti “ottavini”, poiché basati sull’ottava.

A seconda delle scuole costruttrici, il timbro e la costruzione di questo registro può variare considerevolmente: in Italia il Principale ha misure piuttosto piccole e timbro dunque morbido e liscio, in Inghilterra ha diametro assai largo e timbro rotondo ma forte. Su di esso si basa la piramide armonica dei registri di mutazione. Se ne possono trovare varianti più o meno caratteristiche, come l’Eufonio, di diamentro più stretto e timbro più marcato, il Principale Violino, dal timbro somigliante a quello degli strumenti ad arco. Se disposto poi in svariate tastiere assume un carattere diverso per ognuna: quello del Grand’Organo sarà pieno e forte, quello dell’Espressivo sarà più esile e raffinato. Prolungamento del Principale è l’Ottava di 4 piedi, costruita di diamentro più stretto e di timbro meno presente. È il registro fondamentale nell’accordatura dell’organo, giacché su di esso si basa l’intonazione di tutti gli altri. Difficilmente viene usata da sola, riuscendo meglio assieme al corrispondente Principale di 8 piedi. In tastiere minori, come l’Organo Espressivo, si trova spesso un Principalino di 4 piedi, corrispettivo minore dell’Ottava.

Fanno inoltre parte della famiglia dei principali anche tutte le file che compongono il Ripieno, benché per tessitura si collochino meglio nella famiglia delle mutazioni semplici.

I registri di tipo Flauto e Bordone

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Alcuni trattano queste due famiglie separatamente, senza però grande necessità giacché il Bordone è un Flauto con le canne tappate. I registri di Flauto sono tra i più antichi dell’organo. Essi imitano (anche se non strettamente) l’omonimo strumento d’orchestra e se ne hanno svariate fogge. Si dispone in tessitura andanti dai 16 ai 2 (ma anche 1) piedi. La particolarità timbrica di questi registri è che nella tessitura grave e mediana ha carattere misterioso e vellutato, mentre nelle tessiture più acute ha un carattere più aperto e cantante. Ha canne dal diametro largo, a volte molto largo. Assume diversi nomi a seconda del timbro o della tessitura: il Flauto di 2 o 1 piede è detto ad esempio Ottavino, mentre un Flauto le cui canne hanno forma affusolata è detto Flauto a Cuspide o Flauto Conico. Un particolare tipo di Flauto è il Flauto Armonico, ove le canne sono di doppia lunghezza ma forate a metà, in modo che il timbro, rinforzato da armonici supplementari, sia più morbido e dolce, adattissimo per passi solistici.

Innumerevoli sono poi altri tipi di registri flautati: da citarsi ad esempio l’inglese Clarabella, un registro con canne metalliche di forma conica rovesciata con un allargamento (detto “campana”) all’estremità superiore; altri registri sono il Corno Dolce, flauto di 16 piedi di forma svasata e diametro larghissimo, il Flautino (o Silvestre) di 2 piedi, brillante e chiaro, il Flauto Doppio, raro registro che possiede due bocche nella stessa canna in posizione opposta, il Corno di Notte, dal diametro larghissimo e bocca strettissima, il Corno in Selva, dalle canne composte da due tronchi di cono uniti alla base.

I bordoni sono una ramificazione della famiglia dei flauti che sfruttano la copertura di canne con misure flautate. Hanno la peculiarità di evidenziare solo particolari suoni armonici. È noto che le canne dell’organo emettono in contemporanea al suono fondamentale dei suoni armonici, che vengono numerati a seconda della loro altezza. Le canne tappate evidenziano solamente gli armonici dispari. Una eccezionalità delle canne tappate è che emettono il timbro all’ottava inferiore. Quindi se una canna di 8 piedi viene tappata, emetterà un suono di 16 piedi. Tale caratteristica è utile per costruire registri gravi anche in poco spazio. Il Bordone è senz’altro il più noto di questi registri, dal timbro misterioso e scuro nei bassi, chiaro e definito negli acuti. La sua naturale morbidezza lo porta ad essere un ottimo registro di accoppiamento, rischiarando registri ad ancia o violeggianti. Viene costruito di 16, 8 o anche 4 piedi, caso in cui viene di solito detto Bordoncino. Se si trova al pedale di 16 piedi, è chiamato Subbasso. Un registro intermedio è il Flauto a Camino, che come dice il nome è composto da canne tappate, ma provviste di un tubo sporgente dall’estremità superiore. In questo modo il timbro acquista un carattere più dolce e espressivo negli acuti, mentre perde profondità e sostanza nelle tessiture basse. Un particolare tipo di Bordone è il Quintante, o Quintadena, il cui nome sembra derivare dalla locuzione latina quintam tenens. Si tratta di un registro assai comune negli organi germanici, dalla costruzione particolare mirata a marcare l’armonico di Quinta (Duodecima, II armonico).

Sia i registri di Flauto che quelli di Bordone possono essere costruiti con canne di legno, un materiale impiegato per le note più gravi. Se l’intera fila è costruita di legno, si parla di Flauto di Legno.

I registri violeggianti

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Questa famiglia di registri è di formazione piuttosto recente. I registri che la compongono sono imitazioni di strumenti ad arco, che furono possibili solo con il miglioramento delle tecniche di fusione delle canne nel tardo XIX secolo. Fino ad allora il timbro di questi strumenti era imitato da registri ad ancia. Le canne di questi registri hanno un diametro stretto o strettissimo, che conferisce loro un carattere mordente e chiaro. L’unico registro che vanta una storia più antica è la Viola da Gamba, nota nella Germania del XVII/XVIII sia come registro ad ancia che come registro di diametro piuttosto stretto in imitazione dell’omonimo strumento oggi disusato. Fu grandemente sviluppata da Silbermann, che riusciva a cavarne un suono molto brillante. Nell’uso attuale si trova di diametro molto stretto con grande presenza sonora, disposta di solito in corpi minori. Anche il Salicionale ha origini antiche, ma si contrappone alla Viola da Gamba per la dolcezza di suono.

La Dulciana, da non confondersi coll’antichissimo registro ad ancia, è di origini inglesi del primo Ottocento, ed ha caratteristiche affini a quelle del Salicionale. Spiccatamente romantici sono invece i registri di Fugara, una Gamba di 4 piedi molto incisiva, e la Viola, dal diamentro più stretto della Gamba e timbro più morbido e stabile grazie a particolari tecniche costruttive. Parente prossima della Viola è la Viola Orchestrale, dal carattere assai mordente somigliante moltissimo a quello di una vera viola d’orchestra; piuttosto raro è il Violino di 4 piedi, tipico dell’organaria Sette-Ottocentesca italiana, che usava limitarlo alla parte bassa della tastiera. Anche al pedale, infine, si possono trovare registri violeggianti come l’Armonica, con canne di legno strette, il Violone di 16 piedi e il Violoncello di 8 piedi.

I registri oscillanti

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È un particolare gruppo di registri, che si fonde anche con quello dei violeggianti. Anche questo ha origini risalenti al periodo di fine Ottocento, eccezion fatta per alcuni tipi di registro. La caratteristica di questi registri è quella di essere intonati lievemente crescenti (o calanti) rispetto agli altri. Quando dunque sono uniti ad un registro comune, di timbro affine o complementare, generano un’oscillazione, un battimento molto suggestivo.

Il registro più antico di questa categoria è la Voce Umana, detta anche Fiffaro, largamente impiegata negli organi italiani, che consiste in una fila di canne di tipo principale dal diametro medio-stretto intonata piuttosto crescente rispetto al Principale comune di 8 piedi, che è l’unico registro a cui può essere unita; a volte si trovano dei particolari registri, denominati Principale Secondo, costruiti appositamente per accompagnare la Voce Umana. Trae origine dall’Olanda e sembra risalire al XV secolo. Data la relativamente grande differenza di intonazione tra essa e la fila intonata, i suoi battimenti sono molto veloci e dànno una voce calda e dolce. Parente prossimo della Voce Umana è l’Unda Maris, costruita con canne di diametro più largo e intonata meno crescente rispetto ad essa. I battimenti generati sono molto lenti e somigliano molto ad onde marine, donde quindi il nome. Si unisce bene anche con flauti e registri oscillanti e viene perciò preferita alla Voce Umana. Di origini francesi è invece la Voce Celeste, composta da due file di canne di tipo violeggianti, generalmente di tipo Salicionale, accordate una normalmente e l’altra crescente. Il timbro è delicato, mistico ed evanescente. Sempre formati da canne di diametro stretto sono il Coro Viole ed il Coro Violini, registri composti da più file di canne unisone, ove alcune di esse sono intonate crescente con differenza minima. L’effetto risultante è quello di un grande insieme d’archi; se il Coro Viole ha un timbro intimistico e caldo, il Coro Violini ha invece una voce brillante e più viva, dovuta alla presenza di canne dal diametro strettissimo. In grandi organi sinfonici, ad esempio il Duomo di Milano, si trovano anche più registri di questo tipo, dislocati nei varî manuali con intonazioni differenti.

Infine, il Flauto Celeste (o Coro Flauti, se composto da più di due file) è l’unione di due file dolci flautate intonate una giusta e l’altra calante. Se si parla del Coro Flauti, dopo la prima fila giusta le altre vengono intonate con proporzione una crescente e l’altra calante, alternativamente.

I registri di mutazione semplice

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L'esperimento di Pitagora citato prima ha portato anche ad un'altra conclusione matematico-musicale molto importante: due note diventano sempre più dissonanti quando la frazione che rappresenta il loro rapporto, ridotta ai minimi termini, utilizza numeri sempre più alti.

Così, non tutti i registri organistici suonano l’ottava sopra o quella sotto, bensí ve ne sono alcuni che suonano un’ottava ed una quinta sopra (Duodecima), due ottave ed una terza sopra (Decimasettima), tre ottave ed una quinta sopra (Vigesimasesta) e via discorrendo. Tali registri di mutazione emettono dunque una nota che non corrisponde, nelle diverse ottave, a quella suonata, ma emetterà dunque degli armonici, dei quali i più comuni sono quelli in quinta, ma se ne trovano anche di terza. Assai rari sono invece gli armonici di sesta, settima e nona. I registri di mutazione semplice si trovano sia come registri flautati che come di tipo Principale. In quest’ultimo caso i registri compongono le file del Ripieno, le quali si trovavano in maggioranza separate negli organi antichi italiani, ove si trovavano nomi come Duodecima, Decimanona, Vigesimasesta, Trigesimaterza, Quadragesima, tutti registri che emettono quinte.

I registri flautati di mutazione semplice sono invece indicati per parti solistiche quando uniti a registri di fondo complementari. Tra i più noti troviamo il Nazardo, detto anche Flauto in Duodecima, disposto di 2.2/3, che suona una dodicesima sopra la nota reale, ossia un’ottava ed una quinta sopra di essa; quel 2/3 è una frazione che, secondo Pitagora, dà note assonanti. Il Decimino, Flauto in Decimasettima, o semplicemente Terza, è un registro di tessitura 1.3/5. Suona dunque diciassette toni sopra la nota reale e parla quindi due ottave ed una terza sopra di essa. Il timbro di un registro in terza col relativo fondamento è di effetto particolarmente brillante ed incisivo. Generalmente per registri di mutazione semplice si intendono anche tutte le file del Ripieno a partire dalla Duodecima, quantunque esse producano quinte od ottave.

Questa famiglia di registri ha la particolarità per cui i suoi componenti non possono venir impiegati da soli; il loro uso è poi strettamente connesso a quello delle mutazioni composte.

I registri di mutazione composta

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La famiglia delle mutazioni composte, spesso denominate impropriamente “misture” è la più complessa e mutevole dell’organo. In essa trovano posto registri che azionano più di una fila di canne alla volta, a patto che almeno una di queste sia una mutazione semplice. Non sono dunque mutazioni composte quei registri che azionano due file di canne della stessa tessitura anche se di foggia diversa. Nella suddivisione e classificazione di questi registri è opportuno tener conto anche delle diversità che intercorrono tra le varie scuole nazionali e spesso anche regionali. Accade talvolta infatti che registri di impianto apparentemente simile vengano parificati o confusi, oppure che si riscontrino delle differenze sostanziali con nomi identici tra due diversi organi di differenti nazioni.

Sulla base dell’organaria italiana si suddividono mutazioni composte in quinta e mutazioni composte in terza. Generalmente le mutazioni in terza hanno timbro flautato, eccezione fatta per un registro. In altri paesi, tuttavia, questa suddivisione viene spesso turbata, dal momento che si fa uso di un maggior numero di registri armonici, come settime e none.

Il Cornetto è un antichissimo registro di mutazione composta in terza. Sembra avere origini olandesi o fiamminghe e fu parecchio diffuso in Francia. È costruito con cinque file di canne di diamentro molto largo, dalle seguenti tessiture: 1) 8 piedi; 2) 4 piedi; 3) 2 piedi e 2/3; 4) 2 piedi; 5) 1 piede e 3/5. Il suo timbro è molto particolare, chiaro e squillante, con un accento indefinibile di corno. Il suo uso è limitato al canto di parti solistiche o in composizioni brillanti e forti, soprattutto in unione a registri ad ancia, dei quali rinforza i deboli acuti. Benché in Francia ed Inghilterra sia diffuso il modello a 5 file, in Italia e Germania sono molto più comuni esemplari a 3 o addirittura 2 file. In questi casi le file più gravi sono omesse e generalmente lasciate separate. La misura delle canne può variare moltissimo tra le varie nazioni: se in Francia e Germania i diamentri sono medî, in Italia e Inghilterra sono larghissimi, con conseguente diversità timbrica e fonica.

La Sesquialtera è l’unico registro in terza costruito con canne di tipo Principale. In realtà in altri paesi è comune l’utilizzo delle terze nelle Misture, vasti registri di mutazione composta che contengono comunemente solo quinte. La Sesquialtera ha origine antiche come il Cornetto, ma proviene dall’Europa del nord, forse dalla Danimarca. Si costruisce a due file con canne intonate in Duodecima e Decimasettima; non è raro trovare però in organi antichi una Sesquialtera composta da file in Decimanona e Vigesimaquarta, se non addirittura un'unica fila di Vigesimaquarta. Non potendosi usare da sola, viene completata con un registro di 8 ed uno di 4 piedi. Il suo timbro è forte e pungente, speziato e caratteristico. Si presta benissimo all’uso solistico, ma è ottima risorsa anche nel forte generale.

Il Ripieno è il registro di mutazione composta più importante. Esso è un complesso di registri labiali di tipo Principale, basato sulla ripetizione delle file di Principale, Ottava e Duodecima, che col proseguire all’acuto assumono i nomi di cui prima. Si noti che i registri presenti nel Ripieno sono esclusivamente in ottava e in quinta. Negli organi italiani antichi, ove non esistevano registri di mutazione composta e dove lo stesso Cornetto era disposto in file separate, il Ripieno non esisteva se non come tipo di registrazione, che comprendeva appunto tutto il complesso di registri fondamentali. Coll’evoluzione della tecnica, si è giunti alla soluzione più comoda di raggruppare le file più acute (generalmente a partire dalla Decimanona) in un solo comando. Un Ripieno moderno dunque si troverà a contenere le seguenti file:

  • Decimaquinta 2’ (XV);
  • Decimanona 1.1/3’ (XIX);
  • Vigesimaseconda 1’ (XXII);
  • Vigesimasesta 2/3’ (XXVI);
  • Vigesimanona 1/2’ (XXIX);
  • Trigesimaterza 1/3’ (XXXIII);
  • Trigesimasesta 1/4’ (XXXVI);
  • Quadragesima 1/6’ (XL);
  • Quadragesimaterza 1/8’ (XLIII).

L’ultima fila citata è attestata solo sporadicamente in organi di grande mole o antichi. Alternativamente, le varie file producono suoni in ottava ed in quinta con canne di lunghezza sempre minore. E poiché oltre una certa lunghezza (1/8 di piede, 3,80 cm) le canne non possono essere costruite, viene introdotto il ritornello, vera e propria particolarità ed unicità del Ripieno. Dopo la nota-limite, in pratica, sulle note lasciate scoperte vengono fatte risuonare le canne dell’ottava inferiore. Generalmente la Decimaquinta è completa ed il ritornello viene inserito a partire dalla Decimanona. La posizione del ritornello non è soggetta a regole specifiche: per tradizione nelle canne in ottava il ritornello è inserito in quinta e viceversa, ma si tratta solamente di una regola teorica e spesso non rispettata dagli organari. Il ritornello, così come le varie file, viene inserito nelle diverse posizioni anche in accordo con le richieste del committente e con le caratteristiche foniche del luogo in cui si trova l’organo. Il timbro del Ripieno è qualcosa di indefinibile: assomma pienezza e maestosità a brillantezza e forza. In brani accordali e posati esalta la solennità dei rapporti armonici, mentre in pezzi rapidi e dialogici esprime al massimo le sue possibilità timbriche con la miriade di sfumature ottenibili.

Ben diverse per composizione e misure delle canne sono le Misture dei paesi del nord. La sostanziale differenza sta nell’assenza di una reale suddivisione in file e nella diversità di ritornelli, detti più propriamente riprese. Il principio che anima la Mistura è quello del Blockwerk medievale, per cui tutte le canne vengono fatte suonare assieme senza una organizzazione in righe o file di tessitura affine. Accade dunque che, se il Ripieno italiano tende verso l’acuto a presentare nella stessa nota più file di medesima tessitura, la Mistura nordica in ogni nota possiede sempre i medesimi armonici.

Lo schema seguente rappresenta un Ripieno italiano a 7 file di base 2’ (i ritornelli, per semplificazione, sono approssimati all’ottava):

________XV_____XIX______XXII______XXVI_____XXIX____XXXIII___XXXVI
C1______2’____1 1/3’_____1’_______2/3’_____1/2’_____1/3’_____1/4’
C2______2’____1 1/3’_____1’_______2/3’_____1/2’_____1/3’_____1/4’
C3______2’____1 1/3’_____1’_______2/3’_____1/2’_____2/3’_____1/2’
C4______2’____1 1/3’_____1'______1 1/3’_____1’_____1 1/3’_____1’
C5______2’____2 2/3’_____2’______2 2/3’_____2’_____2 2/3’_____2’

Come si nota, nelle note più acute si possono trovare canne che suonano alla stessa altezza; ne deriva che il Ripieno è più brillante nel registro grave che in quello acuto. Una comune mistura invece avrà uno schema del genere :

_____I_fila____II_fila____III_fila____IV_fila____V_fila
C1______2’______1 1/3’_______1’_________2/3’______1/2'
C13___2 2/3’______2’_______1 1/3’________1’_______2/3'
C25_____4’______2 2/3’_______2’________1 1/3’_______1'
C37___5 1/3’______4’_______2 2/3’________2’______1 1/3'
C49_____8’______5 1/3’_______4’________2 2/3’_______2'

Si noterà che lo schema di una mistura è molto più prevedibile e matematico: ogni fila sembra prolungare la precedente, di modo che nessuna di esse produca due note uguali nello stesso tasto. Il risultato fonico è completamente differente da quello del Ripieno: la Mistura è omogenea in sonorità su tutta l’estensione, ma risulta meno piena e corposa del Ripieno, nonché priva del timbro caratteristico. Tipico artifizio della Mistura è inoltre quello di inserire più file gravi nel procedere verso l’acuto, facendo in modo di non avere riprese o ritornelli; questo tipo di registro è detto Progressio Harmonica ed era in auge nel XVI secolo.

Da citare come importanti esponenti della famiglia delle mutazioni composte sono poi il Plein-Jeu francese, registro composto formato da due distinte partizioni spesso mantenute separate, la Fourniture ed il Cymbale, registri costruiti con principî simili a quelli della Mistura, e il Lleno o Ple[no] spagnolo, solitamente di ampie dimensioni (si parla anche di 20-25 file) e spezzato in bassi e soprani.

Rare sono le mutazioni composte contenenti intervalli diversi dalla quinta e dalla terza, oltre che dall’ottava: la settima e la nona sono gli altri due intervalli più usati nei paesi anglosassoni, mentre rarissimi sono i registri che contengono seste o settime o quarte.

Registri ad ancia battente

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Il gruppo più numeroso dei registri ad ancia è costituito da quelli che emettono il suono grazie allo sbattimento di una linguetta (l’ancia) su due pareti. Il timbro dei registri ad ancia è generalmente teso ad imitare quello di uno strumento dell’orchestra; abbiamo dunque la Tromba, l’Oboe, il Fagotto, il Trombone, tutti registri ad ancia battente. Tuttavia esiste un folto gruppo di questi registri che non imita alcuno strumento, ma fornisce un timbro a sé stante; tra questi abbiamo la Bombarda, il cui nome deriva da un antico strumento ad ancia ma che non ha alcuna relazione col registro, la Tuba che è qui un registro molto forte e assai diverso dall’omonimo ottone, la stessa Tromba a volte ha un timbro meno aperto dell’omonimo orchestrale perché la si preferisce come registro di accoppiamento, da unirsi assieme ad altri registri. Il timbro di questi registri è generalmente variato grazie alla forma e alle dimensioni del risonatore o tuba (in particolare alla svasatura); i registri ad ancia battente hanno tutti una tuba di dimensioni normali, ovvero pari alla lunghezza indicata dalla misura in piedi, e di forma svasata. Il materiale è molto differenziato tra le varie scuole nazionali e regionali (soprattutto in Italia): si va dalla latta all’ottone per ance particolari come la Tuba Mirabilis, registro eccezionalmente forte per intensità.

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