Grammatica berbera
Grammatica
modificaDa un punto di vista tipologico, il berbero è una lingua flessiva (per la precisione "introflessiva"), con ordine basico VSO, alternante spesso con SVO.
La morfologia introflessiva, tipica di gran parte delle lingue afroasiatiche, prevede mutamenti vocalici all'interno della parola con valore morfologico. Per esempio:
- adrar "monte", pl. idurar
- gulleɤ "ho giurato" ma (ad) galleɤ "giurerò".
Oltre all'alternanza vocalica, la morfologia fa uso anche sia di prefissi che di suffissi. Inoltre, un tratto piuttosto caratteristico della sua morfologia è quello della presenza di numerosi "morfemi discontinui" (circonfissi), vale a dire affissi che "circondano" la base che essi modificano, con la presenza contemporanea di un prefisso e di un suffisso. Per esempio:
- te-ggull-eḍ "tu hai giurato"
- amellal "bianco" (m.), ma ta-mellal-t "bianca" (f.)
- yexdem "ha lavorato", ma: wer yexdim ara "non ha lavorato".
Nome
modificaI nomi in berbero esprimono di norma:
- il numero (singolare vs. plurale)
- il genere (maschile vs. femminile)
- lo "stato" ("stato libero" vs. "stato d'annessione")
Quest'ultima categoria è tipica delle parole di origine berbera, mentre non è dato trovarla nei nomi provenienti da altre lingue, in particolar modo nei numerosi prestiti dall'arabo. Essa ha infatti origine da modificazioni fonetiche successive all'incorporazione nei nomi di un antico "articolo", assente invece nella maggior parte dei prestiti.
Alcuni esempi:
- singolare
- amɣar "vecchio" (maschile singolare, st. libero) / wemɣar (masch. sg., st. annessione)
- tamɣart "vecchia" (femminile singolare, st. libero) / temɣart (fem. sg., st. annessione)
- lebḥer "mare" (masch. sing., indifferente allo stato: prestito dall'arabo)
- plurale
- imɣaren "vecchi" (maschile plurale, st. libero) / yemɣaren (m. pl., st. annessione)
- timɣarin "vecchie" (femminile plurale, st. libero) / temɣarin (f. pl., st. annessione)
- lebḥur "mari" (masch. pl., indifferente allo stato: prestito dall'arabo)
Verbo
modificaIl verbo berbero presenta tre "tempi" principali:
- il perfetto (o "compiuto")
- l'aoristo (spesso accompagnato da "particelle")
- l'imperfetto (o "aoristo intensivo", o "forma di abitudine")
Inoltre, esistono forme di
- perfetto negativo e di
- imperfetto negativo
che vengono usate (quasi) solo in contesti negativi.
Ogni "tempo" è caratterizzato da un proprio tema, che di solito è formato semplicemente mediante apofonia (mutamento vocalico) per quanto riguarda perfetto e aoristo, mentre l'imperfetto si forma a partire dall'aoristo con vari mezzi morfologici come raddoppiamenti consonantici o l'uso di prefissi. Le varie persone si formano con prefissi, suffissi e circonfissi che sono uguali in ogni "tempo".
Un esempio col verbo af "trovare"
persona Aoristo Perfetto Imperfetto 1 sg. (ad) af-eɤ ufi-ɤ ttaf-eɤ 2 sg. (ad) t-af-eḍ t-ufi-ḍ te-ttaf-eḍ 3 sg. masch. (ad) y-af y-ufa ye-ttaf 3 sg. femm. (ad) t-af t-ufa te-ttaf 1 pl. (ad) n-af n-ufa ne-ttaf 2 pl. masch. (ad) t-af-em t-ufa-m te-ttaf-em 2 pl. femm. (ad) t-af-met t-ufa-mt te-ttaf-met 3 pl. masch. (ad) af-en ufa-n ttaf-en 3 pl. femm. (ad) af-ent ufa-nt ttaf-ent "troverò"
"troverai"
ecc."ho trovato"
"hai trovato"
ecc."sto trovando"
"stai trovando"
ecc.
L'imperativo si forma col semplice tema dell'aoristo, senza desinenze per il singolare, con i suffissi -t (masch.) e -emt (femm.) per il plurale. La forma dell'imperativo, essendo quella che fornisce la forma più breve del verbo, viene utilizzata come "forma di citazione" dei verbi nei dizionari, invece dell'infinito o di altre persone e tempi.
La varietà di mutamenti vocalici nei diversi tempi è grande e dà luogo a numerose coniugazioni (nella sua grammatica di tuareg, Ch. de Foucauld ne ha contate più di cento).