Diritto ecclesiastico tra Ebrei e Islam

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Diritto ecclesiastico tra Ebrei e Islam
Tipo di risorsa Tipo: lezione
Materia di appartenenza Materia: Diritto ecclesiastico


Il diritto ecclesiastico tra Ebrei ed Islam

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Tra il VI e il VII secolo si verificava nel Mar Mediterraneo l'espansione islamica, favorita dalla considerevole forza militare delle popolazioni che seguivano il verbo di Maometto e dalle divisioni nette nell'ambito del Cristianesimo orientale troppo soggetto al potere politico imperiale. Gli Ebrei invece vivevano già da tempo persecuzioni e una certa emarginazione sociale, e non di rado erano costretti alla fuga o alla conversione forzata, trovando spesso in Persia e in altri territori in mano ai musulmani, una maggior tolleranza religiosa.

Elemento caratterizzante, infatti, dei primi secoli di vita musulmana, era la tolleranza che veniva concessa a quelli che venivano considerati gli adoratori del vero Dio, ovvero Ebrei e Cristiani (in seguito anche induisti e zoroastriani), che potevano come minoranza continuare a professare la loro religione pagando una tassa: questo tuttavia provocava nel giro di pochi decenni l'annientamento delle altre religioni, sempre più emarginate o da restrizioni successive o da situazioni di fatto.

Altro importante tassello della religione islamica nell'ambito del diritto è il fatto che, mentre il cristianesimo si era insediato in una società ben sviluppata nell'ambito delle istituzioni, la religione di Maometto era cresciuta in popolazioni piuttosto primitive che erano prive o quasi di qualsiasi ordinamento giuridico, col risultato che il Corano era legge sia morale che di diritto. Altro elemento importante, era la considerazione che una terra conquistata da Maometto e dai suoi seguaci, era considerata Terra dell'Islam per sempre, anche se fosse stata in seguito riconquistata da altre popolazioni non islamiche.