Crisi del Trecento (superiori)
La crisi del Trecento è stato un periodo di crisi economica, sociale e demografica, ma non solo, che si verificò in Europa nel XIV secolo. In particolare, la crisi si afferma intorno alla metà del secolo.
Il più grande evento di questo periodo è stato quello della "Grande peste" o "Peste nera", una pandemia che nacque in Asia e si diffuse in Europa dal 1346, ma che manifestò i suoi effetti in particolare dal 1348 al 1351. La diffusione della peste provocò un notevole decremento demografico: prima dello scoppio dell'epidemia in Europa risiedevano circa 80 milioni di persone, mentre dopo di essa 55 milioni. Poco meno di un terzo della popolazione del continente muore in soli tre anni.
Cause
modificaEcco le principali cause che portarono alla crisi del Trecento.
- abbassamento della temperatura media: si verifica una piccola glaciazione, che porta con sé un aumento della piovosità, che però generà notevoli difficoltà nella coltivazione dei campi;
- minore produzione agricola (in particolare dei cereali): questo porta a una carestia (e ad un aumento dei prezzi dei prodotti) e di conseguenza a un peggioramento della salute delle persone.
Questi due elementi portarono soprattutto ad un notevole e rapido aumento dei poveri: di conseguenza si moltiplicarono anche gli ospedali e i luoghi di assistenza alla popolazione.
Effetti
modificaLa crisi del Trecento e la peste, come abbiamo detto, causarono un decremento demografico: la conseguenza di questa situazione fu una riduzione delle domande di produzione, che portò a un rallentamento dell'economia (si dice stagnazione). C'era inoltre difficoltà a reperire la manodopera necessaria, il che generò un aumento dei salari e un aumento dei costi di produzione. Per questo motivo, alcuni particolari settori produttivi videro una pesante crisi economica.
Vicende politiche e del papato
modificaIl papa Bonifacio VIII vuole rendere più autorevoli la figura del papa e il suo potere, seguendo quindi i progetti ideati dai papi precedenti Gregorio VII e Innocenzo III. Il suo avversario politico principale è il sovrano di Francia, Filippo IV il Bello. Questo è il periodo in cui comincia ad affermarsi il movimento francescano di Francesco d'Assisi, che chiedeva alla Chiesa di ritornare alla sua umiltà originaria. Il papa, per raggiungere il suo obiettivo, adotta una strategia detta nepotismo, consistente nel favorire verso certe cariche parenti e/o amici. Bonifacio VIII proclama inoltre il primo Giubileo della storia, affermando che i fedeli che verrano a Roma in pellegrinaggio (saranno circa 2 milioni) saranno ricompensati con il perdono di tutti i peccati.
In questo contensto nasce lo scontro con Filippo IV il Bello, dovuto a motivi:
- economici/finanziari: il re francese voleva sottoporre anche il clero al pagamento di tasse, ma il papa si oppone emanando la bolla Clericis laicos; per tutta risposta, Filippo blocca le decime (ovvero quantità di denaro che pagava periodicamente alla Chiesa);
- giuridiche: Filippo IV voleva che a giudicare i vescovi fosse un tribunale laico e non formato da membri del clero; ma il papa reagisce con un'altra bolla, Ausulta fili.
Nonostante i pesanti "rimproveri" del papa, Filippo IV non abbandona le sue idee: Bonifacio VIII ancora una volta emana una bolla chiamata Unam Sanctam Ecclesiam, in cui ribadisce la maggior autorità di potere della Chiesa rispetto all'Impero. Dopo altri scontri tra i due personaggi, Bonifacio VIII decide di scomunicare Filippo IV, che però ignora: anzi, il sovrano invia una spedizione ad Anagni, dove si trovava il papa, e fa arrestare Bonifacio VIII. Si verifica qui l'episodio passato alla storia come lo "schiaffo di Anagni", in cui Sciarra Colonna, partecipante alla spedizione e amico di Filippo IV, schiaffeggia il papa.
Dopo Bonifacio VIII diventa papa il francese Clemente V, su spinta di Filippo IV: nel 1309 (sempre secondo i voleri del re) il nuovo pontefice sposta la sede papale ad Avignone, proprio in Francia, fino al 1377, quando ritornerà a Roma. Questo periodo (1309-1377) è ricordato come cattività avignonese.
È papa Gregorio XI a riportare il papato a Roma, ma alla sua morte (1378) il Conclave si divide in due di fronte al dover scegliere il nuovo pontefice. Viene eletto Urbano Vi, ma i cardinali francesi eleggono un'"antipapa", Clemente VI, che si stabilisce proprio ad Avignone. Inizia così lo Scisma d'Occidente (che causa difficoltà politiche in buona parte dell'Europa), che si risolve nel 1414 con il Concilio di Costanza, quando viene eletto papa Martino V, appartente alla famiglia dei Colonna (quindi imparentato con Sciarra Colonna, che abbiamo già visto nell'episodio dello "schiaffo di Anagni").
Durante il concilio di Basilea del 1431 emerge la figura di Jan Hus, un umanista, teologo e predicarore boemo, che inizia a criticare il mondo della Chiesa e in particolare in centralismo romano. Dopo aver esposto le sue idee al concilio, Jan Hus viene condannato a morte ed effettivamente ucciso, venendo bruciato sul rogo. La figura di Jan Hus è fondamentale perché le sue idee saranno alla base della protesta di Martin Lutero del 1517.
Rivolte
modificaLa crisi del Trecento è stato anche un periodo di rivolte, che nella maggior parte dei casi erano promosse dalla popolazione di basso rango sociale, che chiedeva miglioramenti socio-economici. Le rivolte principali sono tre: la Jacquerie (Francia, 1358), la rivolta dei contadini (Inghilterra, 1381) e il tumulto dei Ciompi (Firenze, 1358).
Jacquerie
modificaLa Jacquerie, sviluppatasi in Francia, inizia nell'estate del 1358, quando bande di contadini si armano (seppur "alla buona") con l'intenzione di assaltare i castelli dove dimoravano i nobili, che simbolicamente rappresentavano il centro del potere: distruggerli significava abbattere il potere degli aristocrastici. Ma i contadini volevano anche appropriarsi dei beni materiali, spesso oggetti preziosi e di valore oppure abiti lussuosi, contenuti nei castelli. Il borghese e commerciante Étienne Marcel fu il leader della rivolta, guidando le masse di contadini contro il re e i nobili. Dopo dodici giorni di rivolta, però, essa termina con uno sterminio di massa dei contadini, e anche Marcel viene ucciso.
Rivolta dei contadini
modificaCi sono alcuni antefatti che portarono alla rivolta dei contadini in Inghilterra: tra tutti l'introduzione, nel 1351, dello stipendio massimo, a tutela dei datori di lavoro, e quella di una nuova tassa da pagare, la cosiddetta Poll Tax. Si affermano inoltre figure di predicatori come John Ball (che si ispirava alle idee teologo John Wyclif, dichiarato eretico), che con i loro discorsi pubblici incitavano la popolazione alle rivolte. A causa dello scoppio della rivolta, il re inglese Riccardo II è costretto a scappare da Londra e concede alcuni privilegi ai contadini: questa, però, è una strategia che permette alle sue forze di riorganizzarsi e reprimere la rivolta, uccidendo anche John Ball.
Tumulto dei Ciompi
modificaIl tumulto dei Ciompi (termine con cui erano indicati i lavoratori più umili e meno stipendiati) è un'insurrezione che nel 1378, a Firenze, coinvolge circa 20 000 persone, che chiedevano di poter partecipare maggiormente alla vita politica. La rivolta dura poco più di due mesi: i datori di lavoro applicano la serrata (la chiusura delle imprese produttive), lasciando senza lavoro e stipendio i Ciompi e uccidendo i capi della rivolta.