Conferenza di Bretton Woods

La conferenza di Bretton Woods, che si tenne dal 1 al 22 luglio 1944, stabilì regole per le relazioni commerciali e finanziarie tra i principali paesi industrializzati del mondo.

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Conferenza di Bretton Woods
Tipo di risorsa Tipo: lezione
Materia di appartenenza Materia: Economia del XX secolo

Gli accordi di Bretton Woods furono il primo esempio nella storia del mondo di un ordine monetario totalmente concordato, pensato per governare i rapporti monetari fra stati nazionali indipendenti.

Mentre ancora non si era spento il secondo conflitto mondiale, si preparò la ricostruzione del capitalismo globale, riunendo 730 delegati provenienti dalle 44 nazioni alleate per la conferenza monetaria e finanziaria delle Nazioni Unite (United Nations Monetary and Financial Conference) al Mount Washington Hotel, nella città di Bretton Woods (New Hampshire). Dopo un acceso dibattito, durato tre settimane, i delegati firmarono gli Accordi di Bretton Woods.

Gli accordi erano un sistema di regole e procedure per regolare la politica monetaria internazionale.

Le caratteristiche principali di Bretton Woods erano due; la prima, l'obbligo per ogni paese di adottare una politica monetaria tesa a stabilizzare il tasso di cambio ad un valore fisso rispetto al dollaro, che veniva così eletto a valuta principale, consentendo solo delle lievi oscillazioni delle altre valute; la seconda, il compito di equilibrare gli squilibri causati dai pagamenti internazionali, assegnato al Fondo Monetario Internazionale (o FMI).

Il piano istituì sia il FMI che la Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo (detta anche Banca mondiale o World Bank). Queste istituzioni sarebbero diventate operative solo quando un numero sufficiente di paesi avesse ratificato l'accordo. Ciò avvenne nel 1946.

Nel 1947 fu poi firmato il GATT (General Agreement on Tariffs and Trade - Accordo Generale sulle Tariffe ed il Commercio) che si affiancava all'FMI ed alla Banca mondiale con il compito di liberalizzare il commercio internazionale.

L'origine degli accordi di Bretton Woods

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Le basi politiche degli accordi di Bretton Woods vanno cercate nella confluenza di circostanze chiave: le comuni esperienze negative degli stati nella grande depressione, la concentrazione di potere in un piccolo numero di stati, la presenza di un potere dominante disposto ad assumere un ruolo di direzione/coordinamento ed in grado di svolgere tale ruolo.

La Grande Depressione - le esperienze degli stati

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Un elevato livello di intese tra le potenze sugli obiettivi e sugli strumenti di amministrazione economica internazionale facilitò le decisioni raggiunte dal congresso di Bretton Woods: il fondamento di quell'accordo era una fiducia comune in un sistema basato sul capitalismo. Questo sebbene alcuni paesi sviluppati abbiano preferito basarsi su principi differenti nell'economia nazionale, (in Francia, per esempio, si preferisce una pianificazione centralizzata ed interventi statali, mentre gli Stati Uniti preferiscono un intervento statale limitato); ma tutti si sono basati sugli stessi principi per quanto riguarda le politiche che regolano i meccanismi del mercato e la tutela della proprietà privata.

Tuttavia la comunione di intenti superava di gran lunga le differenze politiche. Infatti tutti i governi che siglarono gli accordi di Bretton Woods concordarono sul fatto che la dura lezione del caos monetario del periodo tra le due guerre fosse sufficiente per placare gli animi e superare le divergenze.

Nella mente degli economisti era bene impressa la recente esperienza della Grande depressione, durante la quale i controlli sul tasso di cambio e le barriere commerciali avevano portato al disastro economico.

Gli accordi di Bretton Woods diedero la speranza di superare la sconfitta completa degli anni '30, periodo in cui il controllo del mercato dei cambi aveva minato il sistema di pagamenti internazionali su cui era basato il commercio mondiale.

In quel periodo, infatti, i governi avevano usato politiche di svalutazione per far crescere le esportazioni giocando sulla competitività del cambio, con lo scopo di ridurre il deficit della bilancia dei pagamenti|entrate nazionali, causando, però, come effetti collaterali la caduta a picco delle entrate nazionali, la riduzione della domanda, un aumento esponenziale della disoccupazione ed un declino complessivo del commercio mondiale.

Gli scambi si ridussero a ristretti blocchi di monete (di gruppi di nazioni che usano la stessa valuta, come ad esempio il blocco della sterlina inglese nell'impero britannico). Questi blocchi ritardarono la circolazione di capitali e le opportunità di investimenti stranieri. Tuttavia, questa strategia, tesa ad aumentare i redditi dei singoli paesi nel breve periodo, provocò disastri nel medio e lungo periodo.

I due progetti

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I progetti presentati furono quelli di Harry Dexter White, delegato USA e quello di John Maynard Keynes, delegato inglese. Venne approvato il piano White.

Il progetto di Keynes prevedeva la costituzione di una stanza di compensazione all'interno della quale i paesi membri avrebbero partecipato con quote rapportate al volume del loro commercio internazionale, in base alla media dell'ultimo triennio. La compensazione tra debiti e crediti avveniva tramite una moneta denominata Bancor.

Dal piano White venne creato il Fondo Monetario Internazionale, la Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo mentre il dollaro statunitense venne praticamente accettato come valuta di riferimento per gli scambi.

In pratica il sistema progettato a Bretton Woods era un gold exchange standard, basato su rapporti di cambio fissi tra le valute, tutte agganciate al dollaro, il quale a sua volta era agganciato all'oro.

Gli accordi di Bretton Woods favorirono un sistema liberista, il quale richiede, innanzitutto, un mercato con il minimo delle barriere e la libera circolazione dei capitali privati. Quindi, anche se vi furono delle divergenze sulla sua implementazione, fu chiaramente un accordo per un sistema aperto.

Tutti gli accordi derivati direttamente o indirettamente da Bretton Woods non prevedevano un corretto controllo sulla quantità di dollari emessi, permettendo così agli USA l'emissione incontrollata di moneta, fatto contestato più volte da Francia e Germania in quanto gli USA esportavano la loro inflazione, impoverendo perciò il resto del mondo.

La fine degli accordi

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Fino all'inizio degli anni 70, il sistema fu efficace nel controllare i conflitti (economici) e nel realizzare gli obiettivi comuni degli stati, sempre con le stesse immutate condizioni che l'avevano generato.

A causa degli impegni sempre più esigenti, il sistema crollò definitivamente nel 1971, a seguito della decisione degli Stati Uniti di sganciare la propria valuta dall'oro.

Il 15 agosto 1971, a Camp David, il presidente statunitense Richard Nixon annunciò la decisione di sospendere la convertibilità del dollaro in oro, perché il Tesoro americano non era più in grado di sostenere le richieste di convertibilità, esso aveva già erogato 90.000 tonnellate di oro, ma nella gestione del Fondo Monetario Internazionale erano già operativi i Diritti Speciali di Prelievo con un valore puramente convenzionale di un diritto speciale di prelievo per un dollaro.

Lo standard aureo fu quindi sostituito da un non sistema di cambi flessibili. L'assenza di un sistema monetario è stata in seguito lievemente mitigata prima dall'introduzione nel 1979 del Sistema monetario europeo e poi dall'introduzione nel 1999 dell'euro.

È da notare che le istituzioni create a Bretton Woods sopravvissero alla caduta del gold standard, pur rivedendo i propri obiettivi. FMI e la Banca mondiale sono ancora oggi in attività, mentre il GATT fu sostituito nel 1995 dal WTO World Trade Organization - Organizzazione mondiale del commercio