Il moto di P è noto rispetto alla terna Oxyz tutte le volte che sono date le sue coordinate x,y,z, come funzioni dell'ascissa temporale t:
In forma vettoriale potremo dire che le precedenti equazioni si possono riassumere nell'unica
Consideriamo il caso in cui il punto P si muova su di una traiettoria assegnata l, e scelto un sistema di ascissa curvilinea s, diremo che il moto del punto dal punto P è completamente definito quando diamo le
e la legge oraria
Il sistema (2) e (3) è completamente equivalente alle (1). Le equazioni (2) dipendono esclusivamente da come è fatta la traiettoria, mentre la (3) esprime unicamente la legge oraria di P lungo la l, cioè in qual maniera nel tempo P percorre gli spazi sulla l.
Supponendo che la traiettoria di P sia data mediante le equazioni (2) e (3), sono noti i coseni direttori della tangente alla curvs nel punto P mediante le seguenti formule:
Definiamo quindi il vettore unitario della tangente il vettore:
Si chiama quindi velocità vettoriale la quantità
che deriva direttamente dalla derivazione rispetto al tempo delle (2), tenendo conto della (4).
Si dice, che il moto di S è un moto rigido quando risulta indipendente, dal tempo t, ciascuna delle distanze mutue dei punti di S, presi a due a due in tutti i modi possibili.
Chiameremo con e due diverse posizioni di uno stesso sistema rigido nello spazio; esse sono due figure congruenti e la loro sovrapposizione avverrà quando tre punti della , non giacenti in una medesima retta verranno a coincidere coi loro corrispondenti della .
Se e sono due punti corrispondenti, il vettore dicesi lo spostamento del punto . Se:
cioè se tutti i vettori spostamenti dei vari punti sono uguali, si dice allora che la posizione è dedotta da mediante una traslazione semplice di vettore . Se questa proprietà vale per tutte le posizioni intermedie fra , vicine quanto si vuole, il moto si chiama allora di traslazione semplice continua. In tal caso se A e B sono due punti di , ed
A' e B' sono i loro corrispondenti in una qualunque posizione intermedia fra e , poiché
e poiché A e B possono assumersi vicini quanto si vuole, si conclude che la velocità di A è eguale a quella di B istante per istante. Cioè tutti i punti di descrivono curve parallele ed hanno in ogni istante la stessa velocità. Se la velocità è costante nel tempo si ha una traslazione rettilinea uniforme.
Supponiamo ora che le due figure componenti e abbiano in comune due punti e quindi tutti i punti comuni della congiungente che diremo asse.
Consideriamo ora un punto di non appartenente all'asse e sia il suo corrispondente in . Mandiamo dal punto la normale all'asse O, e conduciamo anche la O, lo O risulterà essendo corrispondente di normale all'asse ed .
Allora facendo descrivere a , l'arco i cerchio , la figura si sovrapporrà ad , in quanto hanno tre punti comuni non allineati, mediante un movimento che si chiamerà di rotazione semplice. L'angolo θ di cui a ruotato il piano formato da e l'asse, per andare a coincidere con il piano formato da e l'asse, chiamasi ampiezza della rotazione.
Preso un piano di riferimento fisso del corpo passante per l'asse e se è l'angolo che un piano mobile passante per l'asse forma con questo piano fisso, si definisce velocità angolare scalare il termine:
Il moto rigido costituito da una rotazione del corpo con velocità intorno ad un asse, e da una traslazione lungo questo asse di ampiezza , si chiama moto rigido elicoidale. Le traiettorie dei vari punti S sono tutte eliche dello stesso passo. Questo è il moto che in genere descrive una vite.
Formule fondamentali di Cinematica dei corpi rigidi
Se P e O sono due punti qualunque di un sistema rigido in movimento, e chiamiamo con e le loro velocità ad un certo istante t. Si dimostra che:
Preso in O un sistema di riferimento solidale con S, Oxyz, e scelto un sistema fisso di riferimento , , , e se , , sono i vettori unitari degli assi mobili x, y, z del corpo rigido abbiamo che
Per cui la velocità di P, , è uguale a , mentre quelli di =, , è data da . Posto ciò abbiamo che:
Il vettore potrà essere epresso in generale come:
Se deriviamo la (7) rispetto al tempo otteniamo di conseguenza:
Essendo P un punto collegato rigidamente al corpo abbiamo che . La (8) si riduce allora:
Vogliamo ora dimostrare che:
Per dimostrare ciò ricordiamo ora alcune proprietà dei vettori unitari:
prodotto vettoriale
prodotto scalare
Inoltre possiamo scrivere:
cioè
Il vettore potrà essere espresso in generale come:
Se moltiplichiamo scalarmente la (14) rispettivamente per , , otteniamo:
Abbiamo precedentemente visto che la velocità di un punto P appartenente ad un corpo rigido è data da:
Essendo 0 la velocità di un punto del corpo rigido assunto come origine degli assi mobili ed il vettore velocità angolare del corpo rigido. Ovviamente per ottenere l'accelerazione di P bisogna derivare vettorialmente la (13) rispetto al tempo:
Cioè:
In quanto per le (13) si ha:
E ricordando le formule del prodotto vettoriale doppio si ottiene:
Le espressioni cartesiane delle componenti di rispetto agli assi mobili x, y, z sono date da:
Se P è un punto di un corpo rigido e se x,y e z sono le coordinate di questo punto rispetto agli assi Oxyz solidali con il corpo, le componenti della velocità assoluta di P sugli assi mobili sono date proiettando la formula fondamentale:
Consideriamo un punto P in moto nello spazio, e supponiamo che il moto del punto sia individuato dalla conoscenza delle:
rispetto ad una terna mobile di moto più generale (traslazione e rotazione).
Il problema che ora ci proponiamo è quello di determinare le velocità e le accelerazioni del punto P rispetto ad un sistema di assi fissi dalla conoscenza delle velocità e delle accelerazioni rispetto agli assi mobili.
La risoluzione di questo problema richiede quindi la conoscenza delle seguenti grandezze:
1-Parametri del moto della terna mobile.
2-Parametri del moto del punto P rispetto alla terna mobile.
O,x,y,z è il sistema di assi mobili ed il suo moto è individuato dalle componenti della velocità di traslazione , , del punto O rispetto agli assi stessi, e dal vettore rotazione diretto come l'asse istantaneo di rotazione e definito dalle sue tre componenti rispetto agli assi mobili p, q, r.