Architettura romanica
Introduzione ai caratteri generali dell'architettura romanica
modificaTra la fine dell'XI e i primi del XII secolo, papa e imperatore sono impegnati a contendersi reciprocamente il diritto di legittimare l'uno il potere dell'altro e, conseguentemente, quello di nominare nuovi vescovi di propria fiducia. È il periodo delle cosiddette lotte per le investiture, nel corso del quale clero e nobiltà combattono strenuamente tra di loro, al fine di stabilire la propria supremazia politica ed economica. Solo con il concordato di Worms del 1122, infatti, si arriverà al compromesso che riservava alla Chiesa di Roma il primato spirituale e all'imperatore quello temporale. Anche in seguito, però, il ruolo del papato continuò a non limitarsi a quello di semplice guida religiosa, arrivando spesso ad affiancarsi (se non addirittura a sostituirsi) al potere imperiale. Gli stessi edifici ecclesiastici, persa l'originaria destinazione esclusivamente liturgica, diventano spesso luogo di riunione e di discussione dei cittadini. Ciò rende dunque necessaria la costruzione di nuove e sempre più capienti chiese. Esse, infatti, devono costituire non solo un punto di riferimento spirituale e morale, ma anche il centro propulsore della vita civile ed economica delle nuove città. L'architettura romanica, nonostante le molte espressioni con cui si manifesta, risponde a tale esigenza in modo sostanzialmente unitario. Le tipologie più adottate dono quelle basilicali consuete, a croce latina con tre o - eccezionalmente - cinque navate, transetto e cripta seminterrata, così come era venuta strutturandosi fin dal VII secolo. A tali elementi si aggiunge quasi sempre anche un presbiterio rialzato, dovuto al fatto che le volte della cripta superano spessi il livello del pavimento della navata. Fra le innovazioni tecniche e le caratteristiche architettoniche puculiari, il Romanico comprende:
- la volta a crociera, che sostituisce vantaggiosamente le più deperibili strutture lignee a capriate e le troppo pesanti volte a botte;
- il pilastro, che sostituisce o si affianca alla colonna;
- il contrafforte, che contrasta le spinte generate dalle volte a crociera;
- il forte spessore delle murature, che conferisce alle costruzioni la necessaria solidità.
Volta a Crociera
modificaLa volta a crociera è un sistema di copertura in muratura che, anche se noto fin dall'epoca romana, trova solo adesso la sua piena e sistematica applicazione. Dal punti di vista geometrico, lo ricordiamo, una volte a crociera è generata da due volte a botte uguali che si intersecano, una perpendicolarmente all'altra. Lo spazio quadrato coperto da ciascuna crociera prende il nome di campata ed è delimitato, ai quattro vertici, da altrettanti massicci pilastri in muratura. Le quattro porzioni di volte prendono il nome di vele.
Pilastro
modificaLa stabilità di una volta a crociera impone di adottare particolari accorgimenti costruttivi. Infatti, mentre la volta a botte scarica il proprio peso uniformemente lungo le due pareti continue che la sorreggono, la volta a crociera lo ripartisce sui quattro pilastri della campata i quali, di conseguenza, ne ricevono la spinta. Questi devono quindi assumere proporzioni e forme idonee a sopportare il maggior carico e a contrastare efficacemente la spinta. Nel caso di costruzioni a navata unica il problema statico di una volta a crociera è comunque risolvibile adottando murature esterne di grande spessore e riducendo al minimo l'apertura di porte e finestre che, altrimenti, ne indebolirebbero la struttura.
Contrafforte
modificaNelle chiese a tre o più navate, invece, sono le volte a crociera delle navate minori a compensare la spinta esercitata sui pilastri della navata centrale dalle crociere principali. Le spinte diagonali che anche le volte delle navate minori esercitano verso l'esterno, infine, vengono contrastate, oltre che dalla spessa muratura perimetrale, soprattutto dai contrafforti. Questi elementi architettonici sono, in pratica, degli ulteriori pilastri interni, cioè nei punti ove le spinte generate dalle volte a crociera sono maggiori.
Castelli e Case-Torri
modificaCostruendo in successione una serie di campate coperte con volta a crociera, è possibile coprire spazi anche notevolmente ampi, mentre la sovrapposizione di più crociere consente di erigere torri alte e robustissime. Questo nuovo patrimonio tecnologico, del resto, non viene utilizzato solo per le architetture a carattere religioso, che pur sono preponderanti per quantità e qualità, ma anche per molte costruzioni di tipo civile. Si tratta soprattutto di castelli fortificati e di case-torri. I primi sorgevano nel contrado, sopra alture dalle quali fosse possibile controllare anche le principali vie di comunicazione circostanti. Le seconde, invece, venivano costruite all'interno delle città che, per conseguenza, si sviluppavano soprattutto in altezza, determinando il tipico e frastagliato profilo comune a molti borghi italiani del tempo. È il caso, famosissimo, di San Gemignano (Siena), che ancora oggi conserva ben quindici delle sue settantadue torri medioevali. Le nuove tecniche costruttive impongono anche una più razionale organizzazione dei cantieri. In essi, scomparso quasi del tutto il lavoro servile, operano ormai molte maestranze specializzate (scalpellini, carpentieri, maestri muratori) il cui lavoro è coordinato, già a partire dall'XI secolo, da un architèctus (architetto) che soprintende a tutta la costruzione e che, talvolta, ne prevede anche la decorazione scultorea.