Arbëreshë; la tutela della lingua
Tutela della lingua arbëreshë
modificaLa lingua arbëreshë è riconosciuta dallo Stato italiano in base alla legge-quadro n.482 del 15.12.1999, che porta la firma, tra gli altri, dell'on. Felice Besostri e dell'on. Mario Brunetti, quest'ultimo di origine arbëreshë. Ma non esiste ancora una struttura ufficiale politica, culturale e amministrativa che rappresenti la comunità arbëreshë. È da rilevare il ruolo di coordinamento istituzionale svolto in questi anni dalle Province del Meridione con presenza italo-albanese, in primis quello della [w:Provincia di Cosenza]] e della Provincia di Palermo, che hanno creato un apposito Assessorato alle Minoranze Linguistiche.
A livello universitario ci sono alcune università dove si insegna lingua e letteratura albanese: l'Università degli studi della Calabria, l'Università di Napoli, l'Università di Bari, l'Università di Palermo, l'Università La Sapienza di Roma. È da sottolineare il ruolo di promozione scientifica della diversità linguistica e culturale arbëreshë esercitato dalla cattedra di albanologia dell'Università di Palermo, grazie all'impulso dato dal prof. Antonino Guzzetta, e dalla sezione di albanologia dell'Università della Calabria, quest'ultima creata nel 1975 dal prof. Papas Francesco Solano, e attualmente diretta dal prof. Francesco Altimari.
Vi sono inoltre varie associazioni che cercano di proteggere e valorizzare questa cultura, in particolare nelle province di Cosenza, Palermo, Crotone, Potenza e Campobasso. Gli statuti regionali di Molise, Basilicata, Calabria e Sicilia fanno riferimento alla lingua e alla tradizione arbëreshë, ma gli Albanesi d'Italia continuano ad avvertire la propria sopravvivenza culturale minacciata.
La lingua arbëreshë è usata in radio private (Es. Radio Hora, Radio Arbëreshe International, Radio Skanderbeg) e in diverse riviste e giornali locali (Es. Katundi Ymë, Lidhja, Jeta Arbëreshe, Besa, Biblos, Mondo Albanese, Rilindja Jug, Zëri i Arbëreshvet, Zgjimi, Zjarri).