Alfabeto latino
Il latino comprende 23 lettere. Tra queste il segno K è assai raro e i segni Y e Z furono introdotti tardi, nel I secolo a.C., per trascrivere le parole di origine greca.
L'alfabeto latino nasce nell'VIII secolo a.C. da quello greco occidentale (probabilmente dalla colonia magnogreca di w:Cuma), per derivazione diretta, o secondo alcuni, tramite quello etrusco. In origine era composto di 20 caratteri, passati presto a 21 attorno al 230 a.C. con l'aggiunta della lettera G ad opera del console Spurio Carvilio Ruga; le lettere J, U, W, Y e Z erano sconosciute. Durante l'epoca repubblicana, con il crescere dell'influenza greca su Roma, furono introdotte due ulteriori lettere, la Y e la Z, per riportare in latino i corrispondenti caratteri dell'alfabeto greco. L'alfabeto latino arrivò così a 23 lettere. I grafemi W e J furono introdotte nel Medioevo per scrivere varie lingue nazionali (in particolare il primo fu introdotto dagli anglosassoni nel VI secolo, il secondo si diffuse nelle lingue romanze Occidentali e anche in Italiano) mentre la distinzione tra u e v è tarda, in quanto risale agli umanisti.
Consisteva inizialmente delle sole lettere maiuscole; fu solo nel Medioevo che entrarono nell'uso anche le lettere minuscole, derivate dalla scrittura corsiva.
Il maiuscolo fu mantenuto per scritture formali e per enfasi; da qui l'uso ancora corrente di utilizzare un'iniziale maiuscola per aprire paragrafi e frasi, nonché per i nomi propri.
Tramite le conquiste imperiali romane, l'alfabeto adottato nella lingua latina si diffuse da Roma nelle regioni bagnate dal mar Mediterraneo. Mentre le regioni orientali dell'impero romano continuarono ad usare il greco come lingua franca, il latino si impose nelle regioni occidentali ed il suo alfabeto venne trasmesso alle lingue neolatine che ne derivarono. L'espansione nell'Europa settentrionale e centrale avviene attraverso la diffusione del Cristianesimo.